Prova a cercare la parola “Grecia” in un qualsiasi motore di ricerca; troverai più di una volta il meraviglioso panorama di Santorini visto da Oia, dominato dalla famosa Three Blue Domes Church (la chiesa dalle tre cupole blu), il bianco accecante delle case a strapiombo sulla caldera, le altre isole che compongono questo arcipelago, Thirasia, Aspronisi e i due vulcani ancora attivi di Palea e Nea Khameni. La sua conclamata bellezza è frutto anche della sua sfortunata collocazione, in una vivace zona vulcanica del Mediterraneo Orientale.
Il nome Santorini deriva da Santa Irene, scelto dai Veneziani che furono signori dell’isola per quattro secoli fino al 1576, ma prima di essere chiamata così gli antichi conoscevano quest’isola come Thera.
Thera aveva già una caldera invasa dal mare, per via di una antica eruzione. Al suo centro, per 3000 anni, un vulcano aveva iniziato ad emergere dal mare. Il più antico insediamento, Akrotiri, risale al 4500 a.C. e si trovava a sud dell’isola; quest’ultimo crebbe diventando una ricca città con più di 30.000 abitanti, più del doppio di quelli attualmente residenti sull’intera isola. Così e fino alla metà del 1800 a.C., fu un porto molto rilevante del Mar Egeo, una perfetta rappresentazione di talassocrazia.
Oggi Akrotiri è soprannominata “La Pompei dell’Egeo”, perché ne condivise l’infausto destino. Un primo, violento terremoto distrusse buona parte della città. Akrotiri fu ricostruita velocemente, ma la terra non smise di tremare e, a causa di questa instabilità, la camera magmatica del vulcano al centro della caldera si ruppe, decretando l’inizio della fine.
Alcuni segnali di allarme spaventarono la popolazione: una colonna di fumo via via sempre più intensa visibile pure da Creta, a 130km di distanza; l’acqua surriscaldata spinta fino su in superficie, che spaccava la terra creando dei geyser bollenti su tutta l’isola; i pesci che morivano a causa delle esalazioni di zolfo provenienti dalle crepe delle falde intorno al vulcano.
Gli infausti presagi richiesero l’intervento delle influenti sacerdotesse che – de facto – governavano la società. Le offerte di animali non servirono a placare gli Dei; la preoccupazione prima, la disperazione poi, le spinsero a sacrificare anche degli esseri umani. Niente di tutto ciò ovviamente evitò la violentissima eruzione, la più distruttiva testimoniata nella storia dell’umanità, collocata fra il 1628 e il 1610 a.C..
Il vulcano esplose espellendo i flussi piroclastici in ogni direzione a 300 km/h, come dei proiettili roventi che distrussero tutto ciò che incontrarono; la colonna di fumo che si alzò per 10 km di altezza, oscurò il sole per due settimane e sconvolse il clima del Mediterraneo per circa due anni; le acque di Santorini divennero fangose, non navigabili e per i successivi due secoli nessun uomo riapprodò sulle sue coste; il frastuono prodotto fu talmente forte che sfondò i timpani di chiunque si trovasse entro 16 km dall’isola; gli tsunami che seguirono raggiunsero Creta con onde alte più di 20 metri, causarono più di 30.000 morti (molti erano anche i rifugiati approdati da Thera per sfuggire all’eruzione) e si ritiene furono una delle cause del declino della civiltà minoica sull’isola.
Anche la forma dell’isola cambiò, diventando l’arcipelago che conosciamo oggi. I vulcani al centro della caldera hanno iniziato ad affiorare intorno al IX secolo a.C.; l’ultima eruzione è avvenuta nel 1950.
Akrotiri sparì coperta dalle ceneri e dalla pomice, ben conservata fino al suo scavo, iniziato nel 1967. A differenza di Pompei, non sono stati rinvenuti i resti cristallizzati dalla cenere della popolazione e nemmeno oggetti preziosi, ad eccezione di una capra d’oro, oggi esposta insieme ad alcuni affreschi delle abitazioni del sito presso il Museum of Prehistoric Thera a Fyra, il principale centro dell’odierna Santorini. Questo dimostra che la popolazione scappò prima della catastrofe e, presumibilmente, portò con sé i manufatti più pregiati.
La tragedia dell’eruzione di Thera ha segnato profondamente questo luogo, ispirando anche il mito di Atlantide raccontato da Platone.
Cosa raccomandiamo di visitare?
- il Sito Archeologico di Akrotiri, nei pressi della Red Beach a sud dell’Isola;
- Il Museum of Prehistoric Thera;
- Il Museo Archeologico Nazionale di Atene, che raccoglie gli affreschi rinvenuti ad Akrotiri;